Un po’ – esalta il sapore. Troppo – rovina tutto. Nel growroom, il “sapore” è il ritmo di crescita e la qualità del raccolto. Per questo la domanda «Da quando nutrire e quando smettere?» ha un peso molto maggiore di quanto sembri all’inizio.
Non comincio da una tabella, ma dall’osservazione. I numeri aiutano, ma è sempre la pianta a parlare per prima: il colore, l’elasticità delle foglie, la velocità con cui l’acqua scompare dal serbatoio. Basta coglierne il ritmo.
Inizio: la piantina non è un culturista
Nei primi 10–14 giorni, la pianta vive delle “riserve” contenute nel seme e di ciò che offre il substrato fresco e leggero. Aggiungere un fertilizzante completo in questo momento è come dare un espresso a un neonato. Perché?
In terriccio leggero (mischie “seedling”, light‑mix): bagna solo con acqua (pH ~6,0–6,5), zero fertilizzante.
In cocco / perlite (substrati inerti): è ammessa una nutrizione minima fin dall’inizio – soluzione leggera ~EC 0,4–0,6 con Ca/Mg, per evitare la sterilità.
Segnale per la prima concimazione: 2–3 coppie di vere foglie, radice che cresce verso il basso, e la pianta “chiede” più di quanto dia il terriccio fresco.
Non avere fretta. Una concimazione troppo precoce blocca la crescita e causa macchie sulle giovani lamine – e ciò non si corregge più.
Vegetazione: il carburante che costruisce la struttura
La fase vegetativa è quella in cui stabilisci il tetto della resa. Steli spessi, foglie attive, radici forti – qui domina l’azoto (N), ma non da solo.
In terra: inizia con ¼–½ della dose del produttore; lavora nell’intervallo EC 0,8–1,2, poi, se la pianta “tira”, alza a 1,4–1,6.
In cocco: porzioni più frequenti e piccole; è facile un deficit di Ca/Mg – tieni la mano sul polso.
In idro (DWC/NFT): la soluzione è più prevedibile; all’inizio EC 0,8–1,0, stabile fino a 1,4–1,6 con l’aumento della biomassa.
Segnali che amo perché leggibili: verde piacevole e succoso (non “verde esercito” – quello è troppo N), foglia leggermente rivolta verso l’alto, internodi regolari. Se le punte si bruciano – rallenta. Se la parte bassa ingiallisce troppo presto – aggiungi un po’ di N, ma senza inondare.
Passaggio alla fioritura: cambio di cuoco a metà spettacolo
Quando passi al 12/12 o la pianta naturalmente entra in fioritura, il metabolismo cambia copione. Serve “carburante per i fiori” – fosforo (P) e potassio (K). L’azoto rimane in menu, ma come antipasto.
Inizio fioritura: EC 1,4–1,7.
Lo spiego così: l’N è come un’impalcatura – utile, ma se esageri, la pianta costruisce più impalcatura che palco. Risultato? Una giungla di foglie, ma non ciò per cui siamo qui.
Piena fioritura: cresce l’appetito, ma il controllo cresce più veloce
Questo è il momento in cui è forte la tentazione: «Aggiungo un booster, che sarà mai». Calma. Il booster (P/K, a volte a base di carboidrati) ha senso solo se il resto è in equilibrio.
EC intorno a 1,7–2,0 è spesso ottimale, a seconda della varietà e dell’ambiente (temperatura, umidità, intensità della luce).
Ca/Mg: acqua dolce + LED potenti = attenzione costante a calcio e magnesio. Le carenze di microelementi possono rovinare la fine del ciclo più velocemente di un eccesso di P.
Regola pratica:
Se l’EC nel serbatoio sale di giorno in giorno – la pianta beve acqua più veloce dei sali → diluisci.
Se scende – consuma i nutrienti → puoi alzarlo leggermente al prossimo cambio.
Se resta stabile – hai centrato il punto, non toccare nulla.
Quando smettere la fertilizzazione? Il flush senza miti
La fine del ciclo è flush – irrigazione con acqua pulita a basso EC, affinché la pianta utilizzi le riserve e pulisca i tessuti. È un “trucco magico”? No. È semplicemente igiene del sapore.
Indoor: normalmente 7–14 giorni prima del raccolto previsto.
Outdoor: almeno una settimana, considerando il tempo (pioggia ≠ flush controllato).
Acqua: RO/demineralizzata, EC ~0,0–0,2. pH sempre nell’intervallo.
Segnale della pianta: ingiallimento progressivo delle foglie più vecchie (consuma riserve), rallentamento dell’assorbimento della soluzione nutritiva.
Importante: il flush non è “stacco il cibo e vediamo che succede”. Se la vegetazione è stata troppo povera e la fioritura “al limite”, un flush troppo brusco e anticipato taglia il potenziale. Il senso del tempo fa la differenza.
Substrati diversi, dinamiche diverse (non è un dettaglio)
La terra ha il suo “buffer”. Sintomi ritardati significano che le correzioni si vedono in ritardo. Nutrire più raramente, ma con attenzione, non mescolare tre fertilizzanti insieme.
Il cocco si comporta come idro in sacco: reagisce veloce, ma punisce anche veloce gli errori. Piccola dose, più spesso – e ricorda Ca/Mg.
L’idro è matematica: EC, pH, temperatura e ossigeno decidono. Il vantaggio: vedi i cambiamenti subito, quindi puoi perfezionare la precisione.
“Linea temporale d’oro” (a titolo orientativo, non come verdetto)
Giorni 1–14: acqua, senza fertilizzante (terra). Cocco/idro: EC minimo 0,4–0,6 con Ca/Mg.
Vegetazione: da EC 0,8–1,0 a 1,4–1,6; predominanza di N, pH stabile.
Inizio fioritura: EC 1,4–1,7, passaggio a P/K, N in calo.
Piena fioritura: EC 1,7–2,0 (se la pianta davvero lo “regge”).
Flush: ultimi 7–14 giorni, solo acqua, EC 0,0–0,2.
Ripeto: questa è una cornice. Varietà “voraci” e alta intensità luminosa alzeranno il soffitto, fenotipi delicati – lo abbasseranno.

Segnali che contano più dell’etichetta
Punte delle foglie leggermente “toccate” – sei al limite, ma ancora a posto.
Foglie giovani molto scure e rigide – troppo N.
Foglie vecchie che impallidiscono in modo uniforme – tempo di aggiungere concime (vegetazione) o di passare più dolcemente a “bloom”.
pH che sfugge nonostante EC stabile – la pianta cambia il rapporto di assorbimento, non buttare correttore ogni ora, guarda se la ricetta è coerente.
Miti frequenti (e rapide correzioni)
«Meglio sempre dare di più, al massimo la pianta sceglierà» – Non sceglierà. L’eccesso di un elemento blocca gli altri.
«Il booster aggiusta tutto» – Funziona solo se la base è buona. È il punto sulla “i”, non una protesi.
«Il flush accorcia il ciclo, è perdita di resa» – Flush sbagliato, sì. Ben pianificato – migliora sapore e qualità finale.
Piccolo piano d’azione (da attaccare al frigorifero)
Annota date e osservazioni – due righe al giorno.
Introduci cambiamenti a piccoli passi (10–15% della dose), non “da muro a muro”.
In vegetazione mantieni respiro delle foglie e crescita uniforme – non inseguire record di azoto.
Passa a bloom in una settimana, non in un giorno: riduzione N, entrata P/K.
Tieni sotto controllo EC/pH e temperatura della soluzione; guarda le radici (l’odore dice la verità).
Negli ultimi 7–14 giorni – flush. Tranquillità, luce, aria.
Ed è tutto
La fertilizzazione non è magia né arte segreta. È una conversazione con la pianta – prima ascolti, poi parli con i numeri.