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Marciume radicale – il nemico silenzioso nascosto sotto la superficie

  • 15-ago-2025
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Nel mondo della coltivazione della cannabis, molti problemi possono essere individuati a occhio nudo: foglie ingiallite, macchie sui fiori, sottili ragnatele tra i fusti. Ma ci sono nemici che colpiscono in luoghi invisibili al coltivatore, e i danni diventano evidenti solo quando sono già gravi. Uno di questi avversari è il marciume radicale, una malattia che si sviluppa nel substrato o nell’acqua, attaccando silenziosamente le fondamenta stesse della vita della pianta.

Perché il marciume radicale è così pericoloso
Le radici sono per la cannabis ciò che polmoni e stomaco sono per l’essere umano: assorbono acqua, nutrienti e permettono lo scambio di gas. Quando iniziano a marcire, il processo è lento ma implacabile: i tessuti danneggiati perdono la capacità di trasportare ciò di cui la pianta ha bisogno, portandola a soffrire di fame e asfissia, anche se il substrato è saturo di umidità e nutrienti.

Primi sintomi – ingannevoli e sottili
Il marciume radicale raramente si manifesta in modo eclatante all’inizio. Più spesso, il primo segnale è un rallentamento evidente della crescita: la pianta “si ferma” anche se tutti i parametri sembrano corretti. Le foglie possono cominciare a cedere leggermente e il loro colore diventare pallido o spento. In stadi più avanzati, si osserva appassimento durante il giorno (nonostante il terreno umido) e un odore sgradevole proveniente dal vaso o dal serbatoio idroponico.

Dove ha origine il problema
I principali responsabili del marciume radicale sono patogeni come Pythium, Fusarium e Rhizoctonia. Prosperano in ambienti troppo umidi e poco ossigenati. Le cause più comuni includono:

  • Acqua stagnante nei vasi o nei sistemi idroponici.
  • Substrato troppo compatto e poco aerato.
  • Temperatura elevata della soluzione nutritiva in idroponica (oltre 22–23 °C).
  • Scarsa igiene nei sistemi di irrigazione e rari cambi d’acqua.

Come salvare le piante colpite da marciume radicale
Se la malattia viene individuata precocemente, è ancora possibile intervenire:

  • Ridurre l’umidità – nelle coltivazioni in terra, lasciare asciugare il substrato tra un’annaffiatura e l’altra.
  • Migliorare l’aerazione – in idroponica, aggiungere pietre porose o aumentare la potenza della pompa ad aria.
  • Trattamenti biologici – prodotti contenenti microrganismi benefici (ad esempio Trichoderma harzianum, Bacillus subtilis) possono inibire i patogeni.
  • Lavaggio del sistema – in idroponica, sciacquare accuratamente le radici e sostituire la soluzione nutritiva con acqua fresca e ben ossigenata.

Prevenzione – lo scudo migliore contro la malattia
Prevenire il marciume radicale è molto più facile che curarlo. Alcune pratiche fondamentali:

  1. Garantire un buon drenaggio – usare sempre vasi con fori di scolo e uno strato di drenaggio adeguato.
  2. Mantenere la pulizia – disinfettare regolarmente attrezzi, serbatoi e tubazioni nei sistemi idroponici.
  3. Controllare la temperatura – in idroponica, mantenere la soluzione nutritiva tra 18–21 °C.
  4. Evitare eccessi d’acqua – la cannabis tollera meglio una leggera siccità che radici immerse in acqua stagnante.
  5. Usare microrganismi protettivi – inoculazioni regolari con funghi e batteri benefici rafforzano il sistema radicale.

Perché il marciume radicale spesso ritorna
Anche dopo aver salvato alcune piante, i patogeni possono restare nel substrato o nel sistema di irrigazione. Se le condizioni tornano favorevoli, l’infezione può riapparire rapidamente. Per questo è fondamentale pulire e disinfettare accuratamente tutta l’attrezzatura dopo ogni ciclo di coltivazione ed evitare di riutilizzare il substrato senza sterilizzarlo.

Conclusione
Il marciume radicale è un nemico invisibile finché non ha già causato danni gravi. Combatterlo richiede pazienza, una diagnosi precisa e, a volte, decisioni coraggiose. Ma un coltivatore che sappia interpretare i segnali sottili delle sue piante e mantenere un ambiente radicale sano avrà sempre il vantaggio in questa battaglia nascosta.

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Manolo MJF

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