La scelta dell’acqua giusta per l’irrigazione è uno dei fattori chiave per il successo nella coltivazione della cannabis, soprattutto al chiuso. Sebbene annaffiare le piante possa sembrare scontato, il contenuto di minerali, la composizione chimica e la purezza dell’acqua influenzano direttamente la salute delle piante, l’assorbimento dei nutrienti e i raccolti finali. Ecco perché è importante capire le differenze tra i vari tipi di acqua e il loro impatto sulla coltivazione.
Acqua del rubinetto – vantaggi e rischi
Per molti coltivatori, sia principianti che esperti, l’acqua del rubinetto rappresenta la soluzione più comoda e accessibile. In gran parte d’Europa, l’acqua potabile è trattata, limpida e contiene minerali essenziali (calcio, magnesio) necessari alla corretta crescita della cannabis.
Vantaggi dell’acqua del rubinetto:
Fornisce calcio e magnesio, importanti per la struttura cellulare e la resistenza della pianta.
È facilmente disponibile, economica e molto pratica.
pH spesso leggermente basico (7,0–7,8), che aiuta a tamponare l’acidità del substrato.
Svantaggi:
Può contenere cloro, clorammine o metalli pesanti – dannosi per i microrganismi del terreno e le radici più giovani.
Se “dura”, il contenuto di sali minerali è elevato: rischio di eccesso di sali o blocchi nutrizionali con fertilizzanti minerali.
La composizione può variare molto a seconda della zona – è consigliato controllare la durezza (EC) e lasciare riposare l’acqua almeno 24 ore per eliminare il cloro.
Quando usare l’acqua del rubinetto?
Ideale per coltivazione in terra, soprattutto in vasi grandi e per coltivazioni biologiche. Con sistemi idroponici, verifica sempre EC e pH prima dell’uso!
Acqua filtrata (osmosi inversa, caraffe filtranti tipo Brita)
La filtrazione dell’acqua sta diventando sempre più comune, specialmente dove l’acqua di rubinetto è molto dura o clorata. I sistemi più avanzati come l’osmosi inversa (RO) eliminano fino al 95–99% dei minerali, metalli e altre impurità.
Vantaggi:
Acqua praticamente pura, EC molto bassa: pieno controllo sulla fertilizzazione.
Rimuove efficacemente cloro, clorammine e metalli pesanti.
Permette di preparare soluzioni nutritive precise per cocco e idroponica.
Svantaggi:
Costo di acquisto e manutenzione dei filtri,
Richiede reintegrazione di calcio/magnesio (Ca/Mg!), altrimenti si rischiano carenze nutrizionali.
Le caraffe filtranti eliminano soprattutto il cloro e un po’ di calcio, ma non equivale a un impianto RO per l’idroponica professionale.
Quando filtrare l’acqua?
Con sistemi idroponici e a base cocco.
Se EC supera 0,6 mS/cm o la durezza è superiore a 10°dH.
Se compaiono sintomi di sovrafertilizzazione nonostante dosaggi bassi di fertilizzanti.
Acqua distillata e demineralizzata
L’acqua distillata è quasi del tutto priva di ioni e minerali, chimicamente neutra e molto pura. L’acqua demineralizzata (acqua per ferri da stiro, batterie, ecc.) ha proprietà simili.
Vantaggi:
Controllo completo sui nutrienti, senza contaminanti indesiderati
Senza cloro o microelementi che potrebbero interferire con il ciclo nutrizionale
Ideale per talee, giovani piantine, soluzioni madri
Svantaggi:
Necessita un apporto preciso di tutti i nutrienti, non avendo sali minerali.
Può essere costosa e poco ecologica su larga scala.
Usare solo acqua distillata senza aggiunte di Ca/Mg porta rapidamente a carenze.
Chi e quando dovrebbe usare l’acqua distillata?
Soprattutto coltivatori esperti in sistemi idro/areoponici, dove si cercano parametri perfetti.
Per talee o semi nei primi giorni.
Se la qualità dell’acqua locale è molto scarsa; in quel caso, aggiungere sempre calcio/magnesio!
Pratica – quale acqua scegliere?
Terriccio, bio: L’acqua del rubinetto, se non è troppo dura o clorata, va benissimo. Controlla periodicamente pH ed EC!
Cocco e idroponica: Acqua filtrata (RO) o distillata, con sempre aggiunta di Ca/Mg.
In caso di dubbio: Miscela 50% di acqua del rubinetto con 50% distillata/RO per un buon equilibrio.
Ogni lotto di acqua va testato per pH (ideale 5,8–6,5 per cannabis) e conducibilità elettrica (EC). Così si evitano carenze, eccessi o blocchi nutrizionali.
Conclusione
Non esiste un unico tipo di acqua “perfetta” per tutte le coltivazioni di cannabis. La chiave è scegliere in base al proprio setup e alla qualità dell’acqua locale. Un’acqua ben bilanciata garantisce piante vigorose e raccolti abbondanti. Tieni monitorata la tua acqua, sperimenta e trova lo standard migliore per la tua coltivazione!